Purgatorio IX, 52-63
Dante e Virgilio, usciti dall’Inferno, si ritrovano ai piedi di un’immensa montagna: è il Purgatorio, dove le anime di coloro che hanno peccato e che poi si sono pentiti sinceramente, si purificano e diventano degne di salire in Paradiso. Dopo aver incontrato Catone e avere ottenuto da lui il permesso di proseguire, i due pellegrini cominciano a salire sulle pendici del monte, fanno parecchi incontri interessanti e significativi ma ancora non sono entrati nel Purgatorio vero e proprio; stanno infatti percorrendo l’Antipurgatorio.
Mentre Dante si trova ancora lì, scende la notte e lui, sdraiato sull’erba della valletta, unico uomo in carne ed ossa tra spiriti, è vinto dal sonno. In prossimità dell’alba, quando si dice che i sogni siano veritieri, Dante sogna.
Egli si trova sul Monte Ida e un'aquila dalle piume d'oro, che si aggira con le ali aperte, lo rapisce e lo conduce in alto, fino alle sfera del fuoco dove entrambi iniziano a bruciare. Nel sogno Dante prova dolore, si sveglia improvvisamente, si accorge di trovarsi in un altro luogo e prova spavento.
Tutt'intorno vede una distesa marina, non ci sono più gli altri spiriti, c'è solo Virgilio e il sole è ormai alto.
Il Maestro lo rassicura. Gli spiega che all'alba è scesa in suo aiuto una donna dicendo di essere Lucia e chiedendo di lasciarle prendere Dante addormentato in modo da rendergli più agevole il cammino.
Dopo averlo preso, racconta sempre Virgilio, Lucia sale seguita da Virgilio stesso, lo posa ma prima i suoi occhi belli mostrano al Maestro la spaccatura nella roccia che rappresenta l'ingresso nel Purgatorio.
Poi Lucia se ne va e Dante si sveglia.
Confortato dalle parole di Virgilio a Dante passa ogni timore e si sente pronto a continuare il suo viaggio.
Dianzi, ne l’alba che procede al giorno
quando l’anima tua dentro dormia,
sovra li fiori ond’ è laggiù addorno
venne una donna, e disse: “ I’ son Lucia;
lasciatemi pigliar costui che dorme;
sì l’agevolerò per la sua via”.
Sordel rimase e l’altre genti forme;
ella ti tolse, e come il dì fu chiaro,
sen venne suso; e io per le sue orme:
qui ti posò ma pria mi dimostraro
li occhi suoi belli quella intrata aperta;
poi ella e ‘l sonno ad una se n’andaro.
Prima, quasi all’alba,
quando tu dormivi,
sopra i fiori che rendono bella la valletta laggiù
venne una donna e disse: “ Io sono Lucia,
lasciate che io prenda costui che dorme;
in tal modo renderò più facile la sua salita”.
Sordello rimase insieme alle altre nobili anime;
ella ti sollevò e non appena fu giorno
venne su e io la seguii:
ti posò qui ma prima con un cenno dei suoi
occhi belli mi indicò l’ingresso aperto; poi
lei e il sonno si dileguarono nello stesso momento.
Dante, l'uomo che nelle fatiche del cammino verso la vita vera, quella dell'aldilà, ha bisogno di essere aiutato, incontra la provvidenziale sollecitudine di Santa Lucia.
Santa Lucia, tu che sei la luce della speranza che sostiene e guida l'uomo verso la salvezza illumina e sostieni anche noi.