Inferno II, 97-108
Dante, smarrito in un bosco oscuro e spaventoso e attaccato da tre terribili belve, viene soccorso dal poeta Virgilio.
Quest’ultimo gli dice che c’è un modo per uscire da quel luogo orribile: egli, sotto la sua guida, dovrà compiere uno straordinario viaggio, scendere nelle profondità del male (Inferno), salire la montagna della conversione e del pentimento (Purgatorio),e infine volare velocissimo verso l’alto, non più sotto la guida di Virgilio ma di Beatrice, per contemplare la Somma Luce e il Sommo Bene, cioè Dio.
Non basta! Tutto quello che Dante avrà sperimentato e compreso durante tale percorso, dovrà raccontarlo a tutti, ma proprio tutti!! Sì, perché l’intera umanità ha bisogno di essere salvata! Dante sulle prime accetta di buon grado la proposta del grande poeta latino verso il quale nutre una vera e propria venerazione.
Tuttavia, pensandoci e ripensandoci, comincia ad avere la tremarella e a sudare freddo : ha paura, troppa paura e comincia ad accampare scuse per giustificarsi. A questo punto Virgilio perde la pazienza, lo rimprovera aspramente e poi gli racconta una bellissima storia: un giorno una fanciulla, con gli occhi più luminosi di una stella, è venuta a trovarlo nel Limbo dove lui risiede con i grandi sapienti del passato che, non avendo conosciuto Cristo, non possono entrare nel regno della Luce: si tratta di Beatrice, scesa dal Paradiso fino all’Inferno per affidare proprio a lui la missione di guidare il povero Dante fuori dalla terribile selva e non solo!
Ma la ragazza non è venuta di sua iniziativa bensì è l’ultima atleta di una meravigliosa staffetta d’amore, una staffetta tutta al femminile…. Lei, il primo grande amore di Dante, racconta a Virgilio che una “donna gentile”, la Vergine Maria, colei che “duro giudicio lassù frange”, mossa a compassione per la disperata situazione del poeta, aveva mandato a chiamare Lucia e le aveva affidato una missione: andare da un’anima beata, Beatrice appunto, per invitarla a intervenire. Lucia aveva obbedito prontamente e con tenera sollecitudine:
Lucia, nimica di ciascun crudele,
si mosse, e venne al loco dov’ i’era,
che mi sedea con l’antica Rachele.
Disse: “Beatrice, loda di Dio vera,
ché non soccorri quei che t’amò tanto,
ch’uscì per te della volgare schiera?
Non odi tu la pieta del suo pianto,
non vedi tu la morte ch’ei combatte
su la fiumana ove ‘l mar non ha vanto?
Lucia, nemica di ogni crudeltà, si mosse
e venne nel luogo dove io ero seduta vicino
alla famosa Rachele.
Disse: “Beatrice, vera lode di Dio, perché non
soccorri colui che ti amò tanto e che grazie
a te si è innalzato sulla gente comune?
Non senti il suo pianto pieno di angoscia,
non vedi come combatte contro la morte
nel fiume sul quale neppure il mare riesce a prevalere?
A tali parole Beatrice in un battibaleno era scesa all’Inferno e aveva affidato a Virgilio l’incarico di soccorrere il viandante smarrito nella selva. Dopo il racconto della meravigliosa fanciulla a Virgilio non resta che accettare di buon grado la missione.
Dante è davvero un uomo molto amato! Tre donne benedette si fanno in quattro per aiutarlo!
Sapere questo dissipa tutti i dubbi e tutte le paure e con grande determinazione egli decide di partire insieme al suo maestro.
Il nostro cammino di vita e di fede a volte è faticoso, a volte portiamo dei pesi che ci sembrano insopportabili, a volte ci smarriamo.
Santa Lucia, segno di Luce e di Speranza, ci ricorda che non siamo soli, che c’è una Misericordia che ci viene a cercare, ci rialza e ci conduce nella direzione giusta.
Aiutaci Lucia a non dimenticare mai questo