A settecento anni dalla morte di Dante Alighieri (Ravenna - 14 settembre 1321) , pubblichiamo un breve saggio sul rapporto "speciale" tra l'autore della Divina Commedia e la nostra Santa Patrona, da lui considerata tra le tre donne più importanti (Maria madre di Cristo, Santa Lucia, Beatrice), citata nell'opera in tutte le cantiche.
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Testi e commenti a cura di: Donatella Marcon, Loretta Negri, Susanna Bigari, Gianluca Chemini, Enzo Calvo.
DANTE E LA DIVINA COMMEDIA
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Dante Alighieri nacque a Firenze nel 1265 e morì in esilio a Ravenna nel 1321, ma dopo settecento anni dalla morte i versi della sua opera più nota, composta tra il 1307 e il 1321, continuano ancora oggi a essere letti e studiati in tutto il mondo.
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La “Commedia”(solo a metà del Cinquecento venne aggiunto l’aggettivo ‘divina’per sottolinearne l’unicità e la grandezza) è il racconto allegorico del viaggio nell’aldilà immaginato da Dante nell’anno 1300, durante la celebrazione del primo Giubileo della Chiesa cattolica. La “Commedia”, a differenza di altre opere di Dante scritte in latino, è composta in lingua volgare che per Dante è il fiorentino parlato ai suoi tempi, segno della volontà dell’autore di rivolgersi non solo ai dotti e ai letterati, ma a una platea più ampia.
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La “Divina Commedia” è composta da cento canti suddivisi in tre Cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Il viaggio di Dante può essere letto come il cammino che ogni uomo deve compiere se vuole uscire dalle tenebre del peccato e della sofferenza (Inferno) e raggiungere, attraverso un percorso di rigenerazione interiore (Purgatorio), l’incontro con Dio e la salvezza eterna (Paradiso).Proprio per questa capacità di interpretare gli aspetti più intimi e profondi dell’ animo umano, la “Divina Commedia” resta una delle opere più apprezzate dai lettori di tutti i tempi e nel suo autore ogni uomo può ritrovare gli stessi dubbi e smarrimenti vissuti nell’esperienza terrena ma anche un messaggio di fede e di speranza.
DANTE e LA DEVOZIONE A SANTA LUCIA
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Nella Divina Commedia Santa Lucia si incontra per ben tre volte: nel II canto dell'Inferno, nel IX del Purgatorio e nel XXXII del Paradiso. Come mai Dante dimostra questa particolare attenzione nei confronti della Santa di Siracusa?
Una spiegazione la offre lo stesso Dante nella sua opera “Il Convivio”, dove racconta di aver sofferto di una grave malattia agli occhi e, probabilmente, dopo la guarigione rimase devoto a Santa Lucia, protettrice della vista.
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Lucia nelle tre cantiche ha la funzione di aiutare Dante in tre momenti particolarmente intensi vissuti dal poeta nel suo viaggio nell'aldilà. Santa Lucia diventa nella Commedia il simbolo della Grazia illuminante.