“C’è una casetta piccola così
Con tante finestrelle colorate
E una donnina piccola così
Con due occhi grandi per guardare
E c’è un omino piccolo così
Che torna sempre tardi da lavorare
E ha un cappello piccolo così
Con dentro un sogno da realizzare
E più ci pensa
E più non sa aspettare”
Immagino che a questo punto tutti in coro sapreste dire qual è il titolo di questa famosissima canzone di Lucio Dalla, ma non è di questo che vi voglio parlare.
La parrocchia di Pentecoste, da circa quattro anni, ha messo a disposizione di Caritas Ambrosiana, un piccolo appartamento in via Concilio Vaticano II per le accoglienze di nuclei con fragilità. È l’appartamento dove fino a qualche anno fa risiedeva il parroco, e che, alla costruzione della nuova Chiesa, l’allora Consiglio Pastorale scelse di non vendere, ma di ricambiare l’aiuto che era venuto per i lavori dedicando quello spazio ad accoglienze.
In questi quattro anni si sono avvicendate tante donne, uomini e bambini che, piccoli o grandi che fossero, ci hanno insegnato che c’è sempre “un sogno da realizzare” ed “un lupo” da cui stare attenti.
La comunità ha sempre accompagnato queste accoglienze come poteva: chi con la preghiera, chi predisponendo l’appartamento, chi aiutando i bambini con i compiti, chi come un semplice vicino solidale.
Da circa due mesi l’alloggio è stato messo a disposizione per “l’emergenza Ucraina” e così ora è abitato da un nucleo formato da un papà, una mamma ed una bimba di sette anni. Hanno lasciato l’Ucraina e la loro città, Kiev, agli inizi di marzo, a causa del conflitto, ma soprattutto perché essendo sordi non riuscivano a sentire l’allarme ed erano costantemente in pericolo.
Insieme sono scappati verso la Polonia, ma una volta giunti lì, dove speravano di trovare i medicinali necessari alla bambina, sono stati indirizzati verso Milano, all’Ospedale Buzzi.
Arrivati in Italia hanno trascorso qualche giorno presso la prima accoglienza di Cascina Monluè e poi si sono trasferiti in via Concilio, un alloggio più adatto ad una famiglia.
Abbiamo ben presto scoperto che, mentre per noi grandi è indispensabile avere tra le mani un cellulare con Google translate per comunicare, i bambini
non ne hanno per niente bisogno! Nascondino e “ce l’hai!” sono giochi internazionali.
Al momento vivono in un tempo sospeso in cui non si sa quanto sarà lunga la permanenza ed in cui la testa è un po’ in Italia ed un po’ in Ucraina insieme al cuore. Nel frattempo, cercano di far passare il tempo tra videolezioni da Kiev, lezioni di italiano e gite culturali, forse evitando di pensare troppo lontano da domani.
Manuela Salari